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Home > Dinamiche sociali > LEGGI CHE REGOLANO IL CICLO SOCIALE
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Democrazia Economica
Garantire a tutti la disponibilità delle minime necessità compresi cibo, vestiti, case, sanità, istruzione. Il diritto al lavoro è un requisito fondamentale per la garanzia delle minime necessità. Lo stato deve sostenere chi non è in grado di essere autosufficiente. Questo non è solo un diritto individuale, ma anche una necessità per lo sviluppo collettivo.
Incrementare costantemente il potere d'acquisto delle persone ridistribuendo la ricchezza. Sviluppare l'utilizzo delle risorse locali e sostenere la produzione di beni essenziali per soddisfare il consumo dell'intera popolazione.
Le persone devono avere il diritto di decidere dell'economia locale, quindi le imprese devono essere il più possibile gestite da cooperative o da sistemi aziendali che permettano ad ogni lavoratore di essere imprenditore dell'azienda per cui lavora, partecipando agli utili, ai rischi e alle decisioni.
Le persone che non vivono in una zona economica o che non intendono viverci stabilmente, non devono interferire nel controllo dell'economia locale.
LEGGI CHE REGOLANO IL CICLO SOCIALE

P.R. SARKAR ha enunciato dei principi chiave che regolano la dinamica della teoria del ciclo sociale. Questi, che sono delle vere e proprie leggi che determinano il corso della storia, sono stati sintetizzati sotto forma di "Sutra" un antico sistema indiano per tramandare concetti filosofici. Qui sono riportate in lingua originale (sanscrito), con la traduzione in italiano seguita da un piccolo commento fatto dall'autore.

1. Varn'apradha'nata' cakradha'ra'ya'm

"Nel meccanismo del ciclo sociale, una sola classe è sempre dominante".

Significato: dato che in tempi remoti non esisteva un tessuto sociale compatto, quel periodo può essere chiamato Età Shu'dra; in quei giorni il sostentamento derivava dal lavoro manuale. Poi venne il tempo dei capi clan - l'età dei forti e dei coraggiosi - che possiamo chiamare Età Ks'attriya. Questa fu seguita dall'età degli intellettuali, che si può chiamare Età Vipra. Infine venne l'età dei capitalisti, l'Età Vaeshya.

Quando i guerrieri e gli intellettuali sono ridotti al livello di lavoratori manuali come conseguenza dello sfruttamento durante l'Età Vaeshya, avviene la rivoluzione shu'dra. Gli shu'dra non hanno nè un tessuto sociale compatto nè intelligenza sufficiente per dirigere la società. Da qui, l'amministrazione post capitalista passa nelle mani di coloro che forniscono il comando nella rivoluzione shu'dra. Queste persone sono audaci e coraggiose, e così danno inizio alla seconda Età Ks'attriya.

In questo modo le varie Età, Shu'dra, Ks'attriya, Vipra e Vaeshya, si muovono in successione, seguite da una rivoluzione; poi inizia il secondo ordine ciclico. Così la rotazione del ciclo sociale (sama'ja cakra) continua.

2. Cakrakendre sadvipra'h cakraniyantraka'h

"Collocati nel nucleo del ciclo sociale, i sadvipras controllano il ciclo sociale"

Significato: coloro che sono accesi moralisti e sinceri spiritualisti e vogliono porre fine all'immoralità e allo sfruttamento attraverso l'uso della forza (spirituale, mentale o fisica) , sono chiamati sadvipras. Questi non si collocano ai margini del ciclo sociale perché il loro compito è di controllare la società rimanendo saldamente inseriti nel nucleo del sistema sociale stesso.

Il ciclo sociale ruota senza dubbio, ma se, a causa del loro potere, i guerrieri nell'Età Ks'attriya, gli intellettuali nell'Età Vipra o i capitalisti nell'Età Vaeshya degenerano trasformandosi in avidi sfruttatori invece di fungere da amministratori generosi, il sacro dovere dei sadvipras è quello di proteggere i giusti e gli sfruttati e di sconfiggere i malvagi e gli sfruttatori attraverso l'applicazione della forza.

3. Shaktisampa'tena cakragatibardhanam' kra'ntih.

"L'evoluzione è l'accelerazione del movimento del ciclo sociale attraverso l'applicazione della forza".

Significato: nel momento in cui i guerrieri stravolgono il loro ruolo trasformandosi in sfruttatori, i sadvipras stabiliscono l'Età Vipra sottomettendoli. Di conseguenza, l'avvento dell'Età Vipra, che sarebbe dovuto avvenire attraverso un processo naturale, è accelerato dall'uso della forza. Un cambio di epoche avvenuto in questo modo può essere chiamato "evoluzione" (kra'nti). La differenza tra evoluzione e cambiamento naturale (sva'bha'vika parivarttana) sta solamente in questo: nell'evoluzione il movimento del ciclo sociale è accelerato dall'applicazione della forza.

4. Tiivrashaktisampa'tena gatibardhanam' viplavah

"La rivoluzione è l'accelerazione del movimento del ciclo sociale attraverso l'applicazione di una forza enorme"

Significato: quando una determinata età è sostituita da quella successiva in un breve periodo di tempo, o quando si rende necessaria l'applicazione di una forza enorme per distruggere l'egemonia radicata di un'età particolare, allora tale cambiamento è chiamato "rivoluzione" (viplava).

5. Shaktisampa'tena vipariitadha'ra'ya'm' vikra'ntih

"La controevoluzione è l'inversione di movimento del ciclo sociale attraverso l'applicazione della forza".

Significato: se un'epoca qualsiasi regredisce a quella precedente attraverso l'applicazione della forza, tale cambiamento è chiamato "controevoluzione" (vikra'nti). Per esempio, l'insediarsi dell'Età Ks'attriya dopo l'Età Vipra è una controevoluzione. Tale controevoluzione è destinata a vita breve. Cioè, entro un periodo molto ristretto quest'epoca sarà sostituita di nuovo da quella successiva o da quella seguente a quest'ultima. In altre parole, se l'Età Ks'attriya improvvisamente prende il posto dell'Età Vipra attraverso una controevoluzione, essa non durerà a lungo. Entro breve tempo seguirà l'Età Vipra o, come concomitante naturale, l'Età Vaeshya.

6. Tiivrashaktisampa'tena vipariitadha'ra'yam' prativiplavah

"La controrivoluzione è l'inversione di movimento del ciclo sociale attraverso l'applicazione di una forza enorme".

Significato: allo stesso modo, se in un lasso di tempo brevissimo il ciclo sociale è invertito attraverso l'applicazione di una forza enorme, tale cambiamento è chiamato "controrivoluzione" (prativiplava). La controrivoluzione è destinata a durare ancor meno della controevoluzione.

7. Pu'rn'a'vartanena parikra'ntih

"Una rotazione completa del ciclo sociale è detta evoluzione periferica"

Significato: una rotazione completa del ciclo sociale, che si concluda con la rivoluzione shu'dra, è chiamata "evoluzione periferica"

2007-04-21 Proutist Universal Italia

PROUT è equilibrio fra:
Necessità delle persone
Garanzia delle necessità primarie (cibo, vestiario, casa, istruzione, sanità)
Distribuzione della ricchezza
Intervento statale
Garantire alle imprese l'acquisto di materie prime, energia e trasporti al prezzo minimo di mercato
Garantire la concorrenza, impedendo la formazione di monopoli e concentrazioni dannose di potere economico
Libero mercato
Controllo diretto dei lavoratori tramite la cooperazione coordinata per le grandi e medie imprese
Gestione a conduzione famigliare delle piccole imprese e delle imprese artigiane
Capitalismo, Comunismo e Democrazia Economica Notiziario di Cultura Proutista